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Tredici artisti, 24 opere, 3 sedi espositive. Sta (anche) in questi numeri il valore del cammino percorso da do ut do – l’iniziativa charity a contenuto artistico promossa dall’Associazione Amici della Fondazione Hospice Seràgnoli – in otto edizioni e quasi 13 anni di vita. Un progetto che “fin dalla nascita ha saputo fare la differenza grazie a tre elementi: la generosità, l’entusiasmo e la capacità di evolvere; una visione che, nel tempo, è diventata un percorso condiviso”, spiega Alessandra D’Innocenzo Fini Zarri, ideatrice dell’iniziativa che ancora oggi guida in qualità di Presidente del Comitato do ut do.
L’edizione 2024, presentata a inizio febbraio a Bologna ad Arte Fiera, conferma come questi tre elementi siano più che mai vivi, stimolati anche dal tema sfidante scelto: “Coscienza”. Un’entità insondabile e misteriosa che vive in ogni persona e apre infinite possibilità di riflessione.
Le quattro sedi espositive (Arte Fiera, con uno stand curato dall’architetto Mario Cucinella, la Fondazione Massimo e Sonia Cirulli, la Galleria Stefano Forni e la sede bolognese di PwC Italia, main sponsor di questa edizione) hanno ospitato opere di Luigi Ontani, Fabrizio Cotognini, Danijel Žeželj, Maurizio Finotto, Nino Migliori, Terry Pecora, Andrew Holmes Huston, Oliver D’Auria, Rae Martini, Luca Maria Castelli, del duo Ornaghi & Prestinari e dell’artista emergente Luca Blumer.
“Grazie alla credibilità e al valore intrinseco degli artisti coinvolti e delle idee che abbiamo proposto nel tempo, oggi do ut do ha assunto un ruolo di rilievo nell’ambito della promozione artistica: oltre all’aspetto filantropico, per un artista rappresenta un’occasione di visibilità importante”, sottolinea D’Innocenzo.
Come ormai da tradizione, le opere – dopo Arte Fiera – sono entrate ufficialmente nella grande collezione do ut do, per poi essere assegnate a collezionisti o musei a fronte di un contributo all’Associazione Amici della Fondazione Hospice MT. Chiantore Seràgnoli, che devolve l’intero ricavato alla Fondazione stessa, a sostegno delle attività di assistenza, formazione e ricerca.
Grazie al sostegno di PwC Italia, a inizio marzo do ut do ha donato il mobile “NINO” – opera protagonista dell’edizione 2021 di do ut do – alla collezione permanente del MAMbo, il Museo d’Arte Moderna di Bologna, rendendo così accessibile a tutti i visitatori questo oggetto d’arredo che accoglie e valorizza l’opera del bolognese Nino Migliori, uno dei nomi storici della fotografia artistica italiana.
Il mobile è stato disegnato da Michele De Lucchi, in collaborazione con Alberto Nason e realizzato con un legno progettato da Ettore Sottsass per ALPI, con lo scopo di proteggere le fotografie di Nino Migliori contenute nel libro d’artista Museum: un’opera dell’antica arte italiana della rilegatura unica, costituita da 12 volumi che raccolgono le 596 immagini della mostra di Nino Migliori dal titolo Via Elio Bernardi, 6, ritratti alla luce di un fiammifero, allestita al Museo Civico Archeologico di Bologna nel 2021.