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Una collaborazione virtuosa, sostenuta dall’intento, condiviso, di unire alla capacità di assistenza clinica l’obiettivo di investire impegno e risorse nella ricerca medico-scientifica. La Fondazione FARO onlus, sorta a Torino nel 1983 e impegnata nell’assistenza gratuita, a domicilio e in hospice, di persone che necessitano di cure palliative e delle loro famiglie, da anni collabora con la Fondazione Hospice MT. Chiantore Seràgnoli nei percorsi di formazione dei Master ASMEPA, attraverso la partecipazione di docenti qualificati. Da quest’anno, la collaborazione diventa ancora più stretta: Fondazione FARO, infatti, sosterrà l’impegno finanziario di quattro borse di studio per altrettanti medici, due per il Master in corso e due per quello che partirà nel 2019. A spiegare il motivo di questa scelta è il dottor Alessandro Valle, Direttore Sanitario di Fondazione FARO.
D. Perché avete scelto di sostenere le Borse di Studio?
R. È un investimento che consente di diffondere i principi delle cure palliative. Inoltre, dalla fidelizzazione dei medici che godranno di questa opportunità potrebbero nascere future collaborazioni tra le due Fondazioni.
D. Qual è il ruolo di una buona formazione in cure palliative, rispetto ai bisogni di pazienti e famiglie?
R. Una formazione superiore – non limitata alla Laurea in Medicina intendo – è fondamentale per garantire al paziente e ai suoi familiari un’assistenza qualificata, capace di far fronte alle problematiche fisiche, psicologiche, sociali e spirituali. Anche in considerazione del fatto che negli ultimi anni le cure palliative hanno «arretrato cronologicamente» il proprio raggio d’azione, per assistere le persone ammalate e le loro famiglie più precocemente e piani care le cure in modo progressivo. Inoltre, hanno esteso sempre più il proprio campo alle malattie non oncologiche. Serve però, per questo, una competenza professionale ancor più qualificata.
D. La collaborazione tra la Fondazione F.A.R.O e la Fondazione Hospice si sviluppa ormai su più livelli. C’è un comune denominatore?
R. Ce ne sono molti: la passione per questo lavoro, la condivisione della mission, l’unità d’intenti, la profonda sensibilità nei confronti dei bisogni degli assistiti. Ma anche l’attenzione al progresso organizzativo e scientifico, inteso come aggiornamento continuo di un patrimonio culturale qualificato da mettere a disposizione delle persone ammalate e delle loro famiglie.
ARTE E PROVOCAZIONE
Al via la quarta edizione di do ut do, il «contenitore» di progetti artistici e culturali promosso dall’Associazione Amici della Fondazione Hospice Seràgnoli che coinvolge gli artisti e l’intero mondo dell’arte su una provocazione-riflessione attualissima: come «inquietare» il fruitore di opere d’arte perché rifletta sulle grandi emergenze contemporanee? Quali sono i canoni artistici che oggi interpretano queste urgenze? Il progetto verrà presentato l’11 maggio 2018 presso la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia.