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«Dopo un anno di pandemia e di conversione in digitale di qualsiasi evento, siamo talmente assuefatti allo stare davanti a uno schermo che, per fare la differenza e riuscire a conquistare l’attenzione, bisogna davvero fare qualcosa di straordinario. Questo percorso è stato pensato proprio per rendere speciale la sinestesia che può scattare dall’unione tra una scelta di immagini che vanno oltre l’ordinario, che accendano suggestioni non scontate, e il potere magnetico della parola». Una sfida non facile, e ne è consapevole Anna Ottani Cavina, una delle figure di riferimento della critica d’arte in Italia e nel mondo (docente di Storia dell’arte all’Università di Bologna, visiting professor a Yale, Brown e alla Columbia University), mente e motore di “Incontri di primavera. Sei conversazioni sulle arti”, l’iniziativa promossa dall’Associazione Amici della Fondazione Hospice Seràgnoli che si svolgerà tra aprile e maggio. Un ciclo di incontri in web- streaming che già nella sequenza di temi e sviluppi proposti attira l’attenzione e la curiosità. Scelte raffinate, mai scontate, eppure accessibili a un pubblico vasto, al di fuori delle “solite” nicchie degli addetti ai lavori. «Il desiderio, condiviso con tutte le persone che sono state coinvolte e che guideranno i singoli momenti, è che gli incontri siano immaginati e vissuti come delle conversazioni, non certo come delle “lezioni”», sottolinea la professoressa, curatrice della rassegna, «che passino emozione ed empatia, oltre naturalmente ai contenuti culturali dei quali ciascuno degli argomenti scelti è ricchissimo». Dai grandi maestri della pittura en plein air alle illustrazioni dei libri di favole per bambini, dal concetto di comfort che ha guidato il boom del design italiano a una storia locale – quella della storica sala cinematografica del Modernissimo di Bologna – ma esemplificativa di cosa significhi fare cultura oggi: un approccio ampio e fantasioso che caratterizzerà ciascuno dei sei incontri (della durata prevista di un’ora ciascuno) e che vede il vero valore aggiunto negli studiosi chiamati a guidare la conversazione. «Tutti gli esperti si sono subito messi a disposizione. Nonostante il grande sforzo messo in campo, siamo tutti consapevoli di come questo sia nulla, rispetto a quel che da anni una realtà come la Fondazione Hospice fa per il nostro territorio e le nostre comunità», conclude Cavina.